Le cure skincare che funzionano oggi puntano sul siero all’acido ialuronico. Così, negli ultimi mesi si moltiplicano nuove versioni (verrebbe voglia di provarle tutte) che promettono una pelle subito più luminosa, con effetti ammorbidenti e leviganti istantanei. Conosciuta anche come HA, questa sostanza deve la propria popolarità a una sua peculiarità precisa, che non ha eguali: può contenere fino a 1.000 volte il suo peso in acqua e, a livello cutaneo, svolge un’impareggiabile attività idroscopica che dona all’incarnato un aspetto pieno e morbido. L’idratazione intensiva garantita dall’acido ialuronico può essere considerato un super-potere, capace di rimpolpare al primo passaggio l'epidermide, facendola sembrare più tesa, liscia e radiosa. Insomma, più giovane. Non sposta indietro la lancetta del tempo, è vero, ma migliora senza dubbio l’aspetto del viso.
Perché il siero all’acido ialuronico è così apprezzato
Anche se come ingrediente di cura della pelle l’acido ialuronico viene inserito in tutte le forme cosmetiche (crema, emulsione oppure fluido), ora sono particolarmente in auge le formule in siero. Il motivo di tanto successo è da ricercate proprio nella particolare texture, che ha una marcia in più rispetto alle altre.
Il siero all’acido ialuronico ha una composizione chimica acquosa ed è privo di oli, caratteristica che lo rende versatile, ovvero indicato per più biotipi perché non interferisce con il sebo presente a fior di pelle», spiega Pucci Romano, specialista in dermatologia presidente Skineco (Associazione Internazionale di EcoDermatologia), board scientifico Il Corpo Ritrovato - Ricerca e studi per l'accudimento dermo-cosmetologico del paziente oncologico.
A seconda della condizione dell’epidermide si presta, poi, a un duplice utilizzo. «In caso di cute giovane può essere usato come unico passaggio essenziale della beauty routine, mentre se la pelle è matura è suggeribile abbinarlo a una crema da far assorbire subito dopo l’applicazione perché, soprattutto d’inverno, questa tipologia di incarnato necessita di maggiore idratazione».
Cos’è e a cosa serve l’ingrediente del momento
L’acido ialuronico è costituito da zuccheri chiamati polisaccaridi, e quando viene inserito nei trattamenti cosmetici può avere diverse dimensioni. «Quando si legge la dicitura “acido ialuronico ad alto peso molecolare”, significa che la molecola resta in superficie e ostacola l’evaporazione delle componenti idriche cutanee. Perciò “fissa” l’idratazione», sottolinea l’esperta.
«Quando la dicitura specifica “a basso peso molecolare”, invece, l’acido ialuronico riesce ad arrivare in profondità dove si trova il tessuto connettivo», sottolinea la dermatologa Pucci Romano. In questa sede, grazie alla sua particolare struttura viscosa, plastica ed estremamente polare che le permette di attirare l’acqua a sé, si integra perfettamente alla matrice extracellulare. Amalgamandosi al collagene e all’elastina forma così una fitta rete flessibile, che costituisce una sorta di impalcatura che consente alla pelle di preservare idratazione, tono ed elasticità.
«L’efficacia dell’acido ialuronico non è certo una novità, e la sua capacità di entrare in armonia con l’organo pelle è ampiamente dimostrata. Rispetto alle molecole usate in passato, quelle oggi inserite nei cosmetici sono assolutamente sicure», precisa la specialista.
«Se inizialmente l’acido ialuronico era ricavato dalle creste di gallo, oggi è ottenuto in laboratorio grazie alla chimica verde con la mediazione di alcuni batteri, ed è a tutti gli effetti un agente funzionale eco-dermo-compatibile».
L'acido ialuronico è meglio solo o in compagnia?
I sieri all’acido ialuronico oggi sono proposti con diverse formulazioni, che vedono questo ingrediente protagonista unico oppure abbinato ad altri principi attivi. «La performance non cambia, e l’acido ialuronico mantiene sempre la sua attività che nel caso dell'abbinamento ad altre sostanze può essere potenziato da un'ulteriore azione. Quando è associato alla rosa canina oppure al resveratrolo, per esempio, all’azione idratante associa anche quella antiossidante. Se viene combinato con la niacinamide (o vitamina B3), invece, diventa un prezioso trattamento sebo-regolatore, mentre con i peptidi dà una spinta tonificante alle fibre di collagene», conclude Pucci Romano.